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HOKA: un po' di storia su una grande scarpa

Corsa

Photography courtesy of: HOKA

Dalle sue origini nelle Alpi francesi al momento in cui è diventata una presenza regolare sui sentieri e i marciapiedi di tutto il mondo, la storia di HOKA è quella di un marchio che ha preso il volo. Per festeggiare il lancio della HOKA We Are All Born to Fly Challenge, in cui dovrai raggiungere 15 km in 15 giorni, ripercorriamo la storia di una scarpa "Born to Fly".

Spesso la lampadina si accende nei luoghi più improbabili... prendi per esempio l'idea da cui poi è nato HOKA. Non ti aspetteresti che uno dei marchi di scarpe e di abbigliamento prestazionali in più rapida crescita, abbia avuto origine in una aid station nel bel mezzo della Ultra Trail du Mont Blanc (UTMB), una delle ultramaratone più estenuanti al mondo. Ma è successo. Nicolas Mermoud era impegnato nella gara, Jean-Luc Diard faceva da crew per lui, e quando arrivò immancabile la fatica, si chiesero se con gambe maggiormente protette, Nicholas avrebbe potuto correre sui sentieri in modo più efficiente e più a lungo.

Quella breve chiaccherata si trasformò poi in qualcosa di più serio quando Nicolas e Jean-Luc iniziarono ad analizzare le scarpe a disposizione dei trail runner.

In particolare, la coppia di atleti, abituati a scalate, percorsi in mountain bike e sciate attorno alla loro base sulle Alpi francesi, si chiedeva perché correre in discesa causasse tanto disagio rispetto ad altri sport, in cui le discese sono puro divertimento.

Photography courtesy of: HOKA

Durante uno scambio con il team HOKA, Nicolas sottolineava la passione sua e di Jean-Luc per la velocità, la loro voglia di provare emozioni e l'interesse per l'uso della tecnologia. "Non riuscivamo a capire perché una volta arrivati in cima a una montagna, il divertimento finisse là. Tutti gli aggeggi che usavamo [in altri sport] ci permettevano di goderci l'eccitazione e l'adrenalina della discesa. Ma non nella corsa".

Le cose devono cambiare: questo fu il loro pensiero.

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Le origini di HOKA

Nicolas e Jean-Luc iniziarono a fare esperimenti con la schiuma sulle suole delle scarpe, testando differenti strutture e forme. Inizialmente le suole eran indubbiamente... grosse, ma continuando con le prove e rifinendo la calzatura, capirono di essere sulla strada giusta.

Tutti gli aggeggi che usavamo [in altri sport] ci permettevano di goderci l'eccitazione e l'adrenalina della discesa. Ma non nella corsa

La suola rimaneva sì ancora "grossa", soprattutto rispetto a quella dei marchi concorrenti, ma offriva un'ammortizzazione che consentiva di muoversi più velocemente e in modo più confortevole sui terreni in discesa.

A questo punto individuammo un percorso, continua Nicolas. "Era lungo forse come una discesa a slalom e iniziammo a prendere i nostri tempi. La prima volta che indossai le scarpe feci 5 secondi in meno rispetto alle altre scarpe che avevamo testato. Così decidemmo che era il momento di entrare sul mercato".

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Ecco come nacque HOKA, che in lingua Maori significa "volare sulla terra".

L'azienda lanciò le HOKA One One e durante il primo anno scoprì che in tutto il mondo c'erano atleti che vincevano gare con le HOKA ai piedi. "Tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 avevamo vinto le tre gare più toste dei tre continenti, maschili e femminili, e neanche lo sapevamo" sottolinea Jean-Luc.

L'azienda si era concentrata su come correre in discesa, ma presto capì che quello che stava facendo era salire sempre più in alto.

Come reinventare accidentalmente le scarpe da running

Farsi strada nel mercato delle scarpe da running non è facile. E probabilmente è ancora più difficile cambiare le convinzioni dei runner. Con il lancio delle HOKA One One furono raggiunti entrambi gli obiettivi.

In un periodo in cui la tendenza nel mondo del running era quella di correre "a piedi nudi" o con calzature "minimaliste", HOKA proponeva un approccio "massimalista": suole spesse, scarpe sgargianti e la promessa che, con indosso le HOKA, tutti avrebbero potuto correre in discesa volando, come con nessun'altra scarpa. Quello che allora non sapevano, però, è che fornendo una calzatura più confortevole, stavano liberando i runner di tutto il mondo da un problema più grande.

Quando guardi allo sport della corsa, c'è una parte di sofferenza che alle persone non piace, spiega Jean-Luc. "Quando vedi che un atleta di 21 anni deve interrompere le gare per un anno perché si è infortunato, è un problema. Quando ci sono atleti che non corrono quando vorrebbero perché hanno dei fastidi, anche quello è un problema".

Photography courtesy of: HOKA

Il sostegno e l'ammortizzazione garantiti dalle HOKA One One sono intervenuti con successo su entrambi questi aspetti. In particolare, l'azienda ha concentrato l'attenzione su tre elementi della scarpa, per aiutare i runner su ogni tipo di superficie:

1. Un'intersuola ammortizzata che assorbe gli impatti, facendo in modo che il piede poggi morbidamente sul terreno per essere poi spinto di nuovo verso l'alto.

2. La Active Foot Frame, che sostiene il piede all'interno della scarpa, alzando o abbassando le pareti dell'intersuola.

3. Il MetaRocker, che velocizza la transizione dal tallone/intersuola all'avampiede, garantendo al tempo stesso un maggior contatto con il suolo.

Il risultato è una scarpa da running che non solo consente ai trail runner e agli atleti di ultraendurance di correre più veloci e in modo più efficiente, ma che regala le stesse sensazioni anche ai corridori più ordinari.

Photography courtesy of: HOKA

Siamo tutti nati per volare

Inutile dire che sulla base della piattaforma delle One One, HOKA ha continuato a sviluppare altri prodotti: le Mafate, le prime HOKA originali lanciate nel 2009, rimangono scarpe molto amate dai trail runner di tutto il mondo, ma il marchio ha poi diversificato la propria offerta andando ben oltre il "fuori pista". Modelli popolari come le Clifton e le Bondi garantiscono un'ammortizzazione supplementare che attenua l'impatto della battuta ripetuta su una superficie dura e piatta. Contemporaneamente, HOKA ha proposto un'ampia gamma di scarpe da camminata, per fornire il sostegno e la comodità che servono su superfici diverse; e a questo proposito è impossibile non citare le Hopara anfibie, per avere le ali ai piedi sia sull'acqua che sulla terra.

In buona sostanza, "HOKA" è un marchio per tutti. Nasce dalla convinzione che "we are all born to fly", tutti siamo nati per volare, e che, a prescindere da chi sei, dalle tue capacità, dalla tua corporatura ed età, devi avere la possibilità di sperimentare la gioia e il piacere di correre o camminare su un sentiero, su un marciapiede e... ovunque tu desideri.

Attraverso le scarpe che ha creato, le collaborazioni che ha instaurato e il suo approccio alla sostenibilità, HOKA prosegue nella costruzione di un ambiente più confortevole, inclusivo e gioioso per tutti coloro che nel mondo amano correre e camminare. E durante la tua prossima camminata con la famiglia o mentre ti preparerai a un'ultramaratona, avrai una sola certezza: esiste una scarpa HOKA che ti farà "volare"!

La HOKA We Are All Born To Fly Challenge

Corri per 15 km in 15 giorni, ovunque ti trovi tra l'8 e il 22 luglio, e riceverai il tuo badge digitale della HOKA We Are All Born To Fly Challenge da aggiungere alla Bacheca dei trofei di Strava.

E non solo: tutti gli atleti che porteranno a termine la sfida potranno registrarsi su HOKA.com per partecipare all'estrazione a sorte e vincere un paio di scarpe HOKA a loro scelta* (in palio 15 paia di scarpe destinate a 15 fortunati vincitori).

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