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Marion Clignet al Tour de France Femmes: da campionessa del mondo a promotrice del ciclismo femminile

Ciclismo

Photos courtesy of: Jelenew

Nel corso della sua carriera l'olimpionica plurimedagliata Marion Clignet si è battuta per migliorare le condizioni delle donne nel ciclismo e oggi è co-fondatrice della Jelenew, un'azienda produttrice di abbigliamento e accessori per le donne cicliste.

Durante il Tour de France Femmes avec Zwift di quest'anno Marion si unirà alle ex-cicliste Nan Deardorff-McClain, Inga Thompson, Mary Verrandeaux, Lennie Djkstra, Nancy Walker, e Debbie Stephens, per percorrere insieme a loro le tappe del Tour e sostenere le donne che, con indumenti tecnici finalmente adatti a loro, stanno portando questo sport a un livello più avanzato.

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Da pendolare in bici sulle strade di Washington a medaglia d'argento ad Atlanta

L'interesse di Marion Clignet per il ciclismo scaturì da una necessità. A 22 anni, quando dopo una crisi convulsiva le fu diagnosticata l'epilessia, non solo il medico le consigliò di rinunciare all'attività fisica, ma le fu anche revocata la patente per un anno. Al tempo Marion viveva a Washington DC e aveva un bisogno disperato di un mezzo di trasporto alternativo per recarsi al lavoro. Spulciando gli annunci del Washington Post ne trovò uno su "una grossa e brutta bicicletta verde d'acciaio". Anche se, come lei stessa racconta, era almeno di due taglie troppo grande, la bici le consentiva di essere indipendente e, ora che non poteva guidare, di spostarsi per la città. "Iniziai a farmi 60 km al giorno in bici per andare e tornare dall'ufficio. Pedalavo sotto la pioggia e la neve e alla fine cominciai a uscire da casa sempre un po' più tardi per vedere se sarei comunque arrivata in orario".

I suoi colleghi se ne accorsero. "Qualcuno in ufficio vide che arrivavo in bici e mi incoraggiò a partecipare a una gara. Il mio pensiero fu: "No, la bici mi serve solo per sostituire la macchina". Ma poi lui mi portò con sé alla gara e da lì iniziò tutto". Marion, secondo una descrizione che lei dà di se stessa, divenne una "drogata di endorfine" dipendente dal ciclismo. "Ero epilettica e per questo spingevo sempre di più" racconta " volevo capire fin dove potevo arrivare".

Iniziò a inanellare una serie di risultati impressionanti, tra cui un secondo posto ai Campionati statunitensi di ciclismo su strada del 1990. Ma nonostante si fosse dimostrata una delle più forti cicliste del paese, la chiamata ad entrare nel team USA non arrivò. "Mi dissero che non mi avrebbero portata ai Campionati mondiali perché, essendo epilettica, avrei rappresentato un rischio per la squadra". Avendo la doppia cittadinanza, statunitense e francese, la Clignet decise quindi di trasferirsi in Francia per proseguire la sua carriera di ciclista. Iniziò a gareggiare in Europa e infine si guadagnò un posto nella squadra francese. Durante i giochi olimpici di Atlanta del 1996, conquistò la medaglia d'argento nel ciclismo su pista e quattro anni più tardi, a Sidney, ottenne un secondo argento.

Marion Clignet, second from left

La riunione con le the Originals

Quest'anno Marion si unirà ad altre cicliste dei suoi tempi nelle the Originals. Il gruppo di donne, ciascuna con un palma res impressionante, seguirà il Tour Femmes per tutte le otto giornate della competizione, pedalando per determinati tratti del percorso e sostenendo le atlete in gara.

L'idea di riunire le the Originals venne a Nan Deardorff-McClain nel 2022, dopo aver deciso di percorrere una parte del tracciato del Tour insieme al marito. "Abbiamo seguito tutto il Tour dall'inizio alla fine e lo abbiamo fatto anche l'anno dopo", dice.

Quando le è stato chiesto come si sente a vedere le cicliste di oggi, Nan ha risposto: "Mi fanno emozionare. Non posso guardarle senza sentire un groppo in gola. Andavo a guardare il Tour de France degli uomini con mio marito e ogni volta pensavo "Perché non ci sono donne, qui?" e mi veniva il magone".

from left to right: Barbara Lang, Debbie Stephen and Nan Deardorff-McClain

Oggi che il Tour Femmes è tornato, the Originals sanno che è importante esserci per dimostrare il proprio sostegno. "Nelle rare occasioni in cui ho gareggiato in un velodromo pieno di gente o con una folla di tifosi lungo la strada" racconta Marion "è stato incredibile sentire che le persone conoscevano i nostri nomi e facevano il tifo per noi, è una cosa che ti dà una spinta enorme e vogliamo che anche queste cicliste sperimentino quella carica di energia in più".

"È un bel regalo" aggiunge Nan "riunirci con questo gruppo di cicliste non più giovani e sostenere tutte insieme questa generazione. È bello ritrovarsi con le the Originals per guardare indietro a tutto quello che abbiamo vissuto e vedere cosa è cambiato per le professioniste di oggi. Voglio che il ciclismo professionista femminile abbia una marea di tifosi sfegatati!".

L'evoluzione del ciclismo femminile: passato e presente

Marion, Nan e le the Originals amavano gareggiare negli anni '80 e '90 ma tengono a sottolineare che al tempo le condizioni delle atlete donne non erano quelle di oggi (e devono migliorare ancora). "La mia missione quando gareggiavo era fare in modo che le atlete della generazione dopo la mia non dovessero dormire in macchina durante le competizioni o finire accatastate con altre 6 o 12 donne in un motel di ultima categoria".

La parità dei compensi era, ed è tuttora, una questione importante. "Gareggiavo con molti maschi che guadagnavano con il ciclismo. Anche se mi allenavo altrettanto duramente, loro venivano pagati e io non ricevevo un soldo. Per questo mi sono impegnata per far sì che le donne diventassero professioniste".

Un primo momento decisivo nella battaglia di Marion per un compenso paritario, fu segnato nel 1991, dopo la sua vittoria insieme al team nel World Time Trial. "Ci furono dati 10.000 franchi da dividere tra noi quattro. Gli atleti maschi francesi arrivarono sesti e furono pagati 10.000 franchi a testa. Per cui l'anno seguente decisi che non avrei più partecipato al time trial a squadre fino a quando le cose non fossero cambiate".

Alcuni anni dopo, ai Mondiali del 1994, Marion vinse la medaglia d'oro individuale nell'inseguimento. Mentre il primo classificato tra i maschi ricevette un compenso di 50.000 franchi, il suo fu di soli 15.000. "Restituii l'assegno al presidente e dissi: "Credo che lei abbia dimenticato un paio di zeri. Deve esserci un errore. Gli uomini ricevono 50.000 franchi per cui credo che mi spetti la stessa cifra".

Dopo i Mondiali Marion fu invitata a una celebrazione insieme all'allora Ministra dello Sport del governo francese, con la quale affrontò l'argomento. "Lei fece in modo che da quell'anno in poi noi ricevessimo lo stesso premio in denaro degli uomini".

La presenza delle the Originals al Tour Femmes serve a ricordare quanta strada è stata fatta in questo sport e quanta ne resta da fare. "Per le cicliste professioniste di oggi è importante sapere che nello sport esiste la solidarietà e che quando noi ci fermiamo sta a loro impegnarsi perché le loro figlie e la generazione successiva continuino a vedere dei miglioramenti e perché sempre più donne accedano a questo sport, non solo come cicliste ma anche come presidenti, manager, direttrici sportive, meccaniche, ecc.".

Una nuova era nell'abbigliamento femminile per il ciclismo

Un prossimo passo per il progresso dello sport del ciclismo è migliorare l'abbigliamento tecnico per le donne. Che si tratti di biciclette, auto o pianoforti, sottolinea Marion, sono da sempre progettati per gli uomini. "Quando ho iniziato a gareggiare non esistevano modelli per le donne, le maglie erano sempre grandi e troppo larghe e non erano mai davvero comode". Aggiunge Nan: "Era come indossare la maglia di tuo fratello maggiore".

Con Jelemew , Marion e il team hanno inventato CurveTec®, una linea di abbigliamento che tiene conto dell'anatomia della donna. "Quando realizziamo un paio di pantaloncini, i fondelli non si muovono e non dobbiamo dimenarci continuamente per farli stare dove vogliamo. Abbiamo creato anche un pantaloncino con una cerniera posteriore per non doverci spogliare completamente quando ci fermiano a fare pipì nel bosco durante un giro in bici".

Ogni particolare, dai colori alla consistenza del materiale, è stato riprogettato e migliorato in base alle esigenze di una donna. "Alcuni dei capi che creiamo io li indosserei insieme ai jeans per uscire la sera, perché sono davvero belli e comodi", aggiunge Marion.

Cos'altro ha in programma Jelenew per le cicliste? "Stiamo cercando le soluzioni ottimali per l'abbigliamento da pioggia, ma è ancora tutto in corso d'opera".

Dal momento in cui portò a casa quella "grossa e brutta bici verde d'acciaio" dopo il ritiro della patente, la passione di Marion per il ciclismo non ha fatto altro che intensificarsi. "Quello che amo del ciclismo è che mi consente di essere completamente indipendente e libera perché la bici è anche il mio mezzo di trasporto. Io vivo sui Pirenei e posso salire ovunque nel raggio di 20 km".

Il suo consiglio per le giovani donne che vogliono seguire i suoi passi? "Deve restare un divertimento e poi la passione e il duro allenamento e tutto il resto arriveranno".

Jelenew porta avanti i valori sostenuti da Marion per tutta la sua illustre carriera. Sin dalla sua nascita, il marchio di abbigliamento femminile per il ciclismo ad alte prestazioni, ha promosso la consapevolezza di sé e la capacità di autodeterminazione delle donne e continuerà a farlo, come Marion, affinché sempre più donne possano trovare nel mondo del ciclismo un senso di indipendenza e appartenenza. Ora puoi entrare anche tu a far parte della comunità, esplorare l'ultima collezione di Jelenew e sperimentare l'impegno dell'azienda nella creazione di accessori e capi di abbigliamento ad alte prestazioni per le cicliste. Vai su http://jelenew.com/ e scopri il fascino del ciclismo!

Marion Clignet e le the Originals condivideranno le loro attività durante il Tour de France Femmes su Strava. Non mancare di seguirle iscrivendoti al Club Jelenew su Strava e come follower delle the Originals su Strava:

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